Coppa del Mondo: l’ora di Alexis e Petra

A CURA DI LORENZO FABIANO

Che la Fis non ne esca bene, è pacifico. Ci auguriamo che i guazzabugli di Lenzerheide siano motivo di riflessione affinché non si ripetano in futuro.  A noi preme solo una cosa, la salvaguardia della bellezza di questo magnifico sport e la regolarità della competizione con condizioni uguali per tutti. E a Lenzerheide questo non è avvenuto. Basterebbe allungare di qualche giorno le finali, per mettere in sicurezza eventuali recuperi e risparmiarci le polemiche. Sinceramente, non ci pare di chiedere la luna. Detto questo, c’è la pista da sci. E ha emesso i suoi verdetti: Alexis Pinturault e Petra Vlhova sono i due vincitori della coppa del mondo 2020/2021.
Il francese ce l’ha finalmente fatta a vincere la sua prima sfera di cristallo. Un inseguimento durato una carriera, un sogno che mai pareva potesse realizzarsi: sciatore completo, il più completo, per un motivo o per l’altro qualcosa gli andava sempre storto. Si è trovato davanti un mostro come Hirscher, e quando lo scorso anno sembrava fosse finalmente arrivata la sua ora, di mezzo ci si sono messi prima Kilde e poi il Covid a chiudere anticipatamente la stagione. Ce l’ha fatta quest’anno, stagione che l’ha visto per ben cinque volte sul gradino più alto del podio. Sfortunato l’anno scorso, fortunato quest’anno; le cancellazioni di discesa e supergigante a Lenzerheide, di sicuro hanno penalizzato più Odermatt rispetto a lui. Verrà tuttavia l’ora anche dello svizzero, perché se c’è in circolazione un talento puro altrettanto completo, questo è proprio lui. A scanso di fraintendimenti, Pinturault ha vinto con merito; è un campione ed è un bene per lo sci che il suo nome compaia finalmente sull’albo d’oro che consacra i grandi di questo sport. Il timbro lo ha messo vincendo un gigante che ha visto un Odermatt imballato e prigionierodell’ansia; successo che gli vale pure la coppa di specialità. E anche questa è la prima volta.
Stesso discorso anche per Petra Vlhova, alla quale bastava andare a punti per portarsi a casa la coppa. Ha saggiamente gestito la situazione senza correre inutili rischi, e con il sesto posto in slalom mette il suo nome nella storia. È reduce da stagioni in cui è stata la più agguerrita rivale di Mikaela Shiffrin; come Pinturault avrebbe già potuto vincerla un anno fa. Sappiamo com’è andata, bene per noi, che grazie a Federica Brignone abbiamo portato in Italia la prima coppa del mondo nella storia del nostro sci femminile, e male per lei. Spiace che Lara Gut che non abbia potuto giocare le sue carte a Lenzerheide (senza discesa e superG, la coppa per lei è diventata una missione impossibile), ma non dobbiamo dimenticare che quest’anno Petra Vlhova ha vinto qualcosa come sei gare. Se la meritava questa coppa. Fantastica Katharina Liensberger, che con la vittoria in slalom dopo il titolo mondiale a Cortina porta inAustria anche la coppa di specialità tra i pali stretti. La più bella novità della stagione è lei. Ora l’arrivederci è al prossimo anno; l’augurio è che dopo due edizioni di coppa del mondo tanto discusse e tanto discutibili, si possa tornare a far parlare solo gli sci in condizioni di par condicio. Ma l’augurio maggiore è il ritorno del pubblico e dei tanti appassionati. Significherebbe che l’incubo è finito, e che le nostre vite non son più sospese. Forza, vacciniamoci e riprendiamocele.

 

 

Lorenzo Fabiano

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