Il drammatico incidente avvenuto in data 29 ottobre in Val Senales, nel quale ha perso la vita la giovane, talentuosa sciatrice piemontese, ha sconvolto il mondo dello sci e l’intera opinione pubblica è rimasta impietrita di fronte alla notizia.
Il Presidente della Federazione Italiana Sci, Flavio Roda, insieme ai vertici della FISI si sono recati in Val Senales per stare vicino alla famiglia seguendo direttamente ed in prima persona i terribili momenti successivi all’incidente
Al momento non sono emerse notizie dettagliate sulla dinamica dell’incidente.
Una cosa è certa: la drammatica notizia ripropone ancora una volta il delicato tema della sicurezza sulle piste da sci.
In tema di sicurezza molto è stato fatto ma molto è necessario ancora fare per la sicurezza in pista degli sciatori e per la sicurezza degli atleti durante gli allenamenti ed in gara.
Le misure di prevenzione riguardano in primis lo sciatore il quale dovrà sicuramente rendersi responsabile attraverso la cura della propria attrezzatura, della preparazione fisica ed atletica, nonchè della conoscenza delle piste e dei percorsi da intraprendere che dovranno essere sempre rapportati alle proprie capacità tecniche e fisiche.
Al contempo lo sciatore dovrà essere posto in condizione di poter fare affidamento su piste munite di tutte le prescrizioni sulla sicurezza, tra cui la regolare battitura, l’apposizione di idonea segnaletica, l’installazione di adeguate reti protettive e di contenimento ecc….
Piste di allenamento
L’incidente di Matilde si è verificato su una pista dedicata agli allenamenti.
Le piste di allenamento, disciplinate dall’art. 10 del D.lgs 40/21, meritano una considerazione a parte.
La norma al momento, sostanzialmente, prevede soltanto che le piste di allenamento siano chiuse al pubblico e separate con adeguate delimitazioni dalle altre piste, con divieto di accesso agli sciatori turisti.
Tali piste meritano particolare attenzione in funzione dell’elevato numero degli sciatori agonisti che le percorrono e della necessità di contenere i rischi derivanti da discipline tecniche legate alla velocità. E’ pertanto necessario ed opportuno rivedere la norma introducendo ulteriori specifiche cautele che consentono di preservare l’incolumità degli atleti durante l’intensa attività dedicata agli allenamenti sulle piste loro riservate.
Obbligo del casco
L’utilizzo del casco da parte di Matilde non è purtroppo stato sufficiente a salvarle la vita nonostante l’indiscussa utilità di tale importante misura di sicurezza.
Il casco rappresenta uno degli aspetti fondamentali per l’incolumità degli sciatori.
L’attuale normativa prevede l’obbligo del casco per i soggetti di età inferiore ai 18 anni (art.17 D.lgs 40/2021).
Tale obbligo previsto dalla vecchia normativa, fino ai 14 anni, soltanto per lo sci alpino e lo snowboard, viene con la nuova normativa, esteso anche al telemark, alla slitta ed allo slittino.
In merito all’efficacia del casco, recenti studi condotti dall’Università di Innsbruck e pubblicati sul British medical journal (una delle riviste medico scientifiche più prestigiose) hanno dimostrato che il casco riduce la probabilità di riportare un trauma cranico del 35% negli adulti e del 59% nei bambini di età inferiore a 13 anni. Inoltre è stata evidenziata l’infondatezza della teoria secondo la quale l’uso del caso, “come contropartita”, determinerebbe una riduzione delle capacità uditive e del campo visivo degli sciatori inducendo a comportamenti più rischiosi.
Si pensi ad esempio all’incidente occorso a Michael Schumacher: l’utilizzo del casco ha salvato la vita al pilota tedesco; tutti i medici hanno concordemente affermato che senza il casco il pilota sarebbe morto.
Pertanto sarebbe certamente opportuno estendere l’obbligo del casco a tutti gli sciatori senza distinzione di età e ciò analogamente a quanto avviene nella circolazione stradale per le moto; infatti sia lo sci che la moto hanno in comune l’aspetto relativo alla velocità e da questa similitudine dovrebbe scaturire come conseguenza l’obbligo del casco per entrambi, senza limiti di età.
Del resto, uno sciatore anche inesperto, grazie alle moderne attrezzature ed alle piste battute, può raggiungere facilmente la velocità di 40/50 km orari, certamente paragonabile a quella di un motorino, cosicché l’estensione generalizzata, senza limiti di età, dell’obbligo del casco (attualmente previsto fino al 18°anno di età) risulta ampiamente giustificata.
Quanto agli atleti l’obbligo del casco è obbligatorio sia in gara che in allenamento senza limiti di età.
I caschi utilizzati dagli atleti vengono sottoposti a severi controlli previsti dalla normativa europea EN 1077, oltre alle aggiuntive specifiche verifiche richieste dalla FIS; l’art. 6 delle “Specifications for Competition Ski Equipement”, rubricato “crash helmets”, prevede che i caschi per le competizioni siano sottoposti ad un test di assorbimento degli urti alla velocità di 8.6 m/s, anziché di 5.6 m/s, come previsto dalla normativa europea.
Purtroppo nell’incidente di Matilde il casco non è bastato (sembrerebbero coinvolte anche altre parti del corpo).
Un beffardo e crudele destino ha reso inutile tutto ciò.
Avv.Francesco Persio
Commissione Governativa
Riforma normativa sicurezza sulle piste da sci (D.lgs 40/2021)
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