Gioia a St Moritz, rimpianto a Val d’Isere

a cura di Lorenzo Fabiano

Una domenica da favola.

È grand’Italia nel supergigante di St Moritz: prima Federica Brignone, seconda Elena Curtoni. Vittoria numero 105 della Valanga Rosa, quattordicesima doppietta, la terza in Engadina dopo quelle firmate Putzer-Ceccarelli nel 2001 e Goggia-Brignone due anni fa. Federica Brignone con 17 successi diventa la sciatrice italiana più vincente di sempre in coppa del mondo. Paura per il volo, per fortuna senza conseguenze, di Lara Gut, l’unica che poteva mettere argine allo strapotere delle nostre ragazze.
Il successo dell’Italia lo completano le altre azzurre: sesta Sofia Goggia, ottava Marta Bassino, nona Francesca Marsiglia e quindicesima Nicol Delago che pian piano sta ritrovando il suo passo al rientro dall’infortunio che le ha fatto saltare la scorsa stagione. Cinque nelle prime nove, sei nelle prime quindici, quando c’è da essere veloci, nessuno sa far correre gli sci come noi. Una bella giornata per lo sci e lo sport italiano. Sabato, solo una straordinaria Lara Gut aveva impedito a Sofia Goggia di infilare la quarta vittoria della stagione. Ci sta, altrimenti la bergamasca potrebbe spararsi in orbita a tirar curvoni su Marte. Meglio rimanere sul pianeta terra. Lo squadrone italiano conferma la sua supremazia, mette finalmente da parte sciocche gelosie e incomprensioni, e nell’armonia ritrovata alla collezione aggiunge pezzi pregiati: Elena Curtoni, seconda domenica, è in costante ascesa. Ora è pronta a battezzare la prima vittoria. Questione di tempo, e di un po’ di pazienza. Per  quanto riguarda la coppa generale, Mikaela Shiffrin mette in cassa punti pesanti, mentre Lara Gut perde una ghiotta occasione: oddio, visto cosa ha rischiato, può comunque essere contenta di averla salvata la stagione. Incomprensibile l’assenza di Petra Vlhova; alla luce del regnante equilibrio e dello spessore della concorrenza, concedersi il lusso di non presentarsi a due gare che qualche punticino avrebbero potuto darle, appare un po’ troppo. Vedremo, siamo solo all’inizio di una stagione che si protrarrà fino a primavera, magari avrà avuto ragione lei.

 


È invece il rimpianto il piatto che ci serve lo slalom maschile sulla Face de Bellevarde di Val d’Isere. Ottimo, il quarto posto di Luca De Aliprandini nel gigante di sabato. Se togliamo l’argento mondiale a Cortina, “Finferlo” eguaglia il miglior risultato della carriera, quarto nel 2018 ad Adelboden: incoraggiante in vista del doppio appuntamento all’università dell’Alta Badia sulla Gran Risa. La gara ha visto il dominio  di Odermatt e Pinturault, con lo svizzero a dare un dispiacere grosso così al pubblico di casa pronto a festeggiare il suo beniamino. Per la coppa se la giocano loro due, con il terzo incomodo Kilde, ma il biondino svizzero ha già messo le cose in chiaro ed è lanciatissimo. Il flop in slalom potrebbe costare assai caro a Pinturault. E qui veniamo alle dolenti note: quando sembrava ormai fatta, per un secondo gradino del podio che sarebbe stato il primo della carriera, Alex Vinatzer è saltato proprio all’ultima porta sotto il traguardo, mai vista una cosa simile: bisogna tornare all’epica del parallelo tra Thöni e Stenmark in Val Gardena nel 1975, o al nefasto mondiale del 2009 proprio a Val d’Isere con la sfortunatissima Manuela Moelgg, ma in entrambi i casi la porta fatidica era la penultima. Mettiamola così, mandarla giù è dura, ma Alex è pronto per il grande salto, manca davvero tanto così: si tolga dalla testa quella maledetta ultima porta e si concentri su quelle che il prossimo 22 dicembre affronterà sulla 3Tre del Canalone Miramonti a Madonna di Campiglio. Per il resto, chapeau a un mostruoso Clement Noel: ha impartito una lezione di sci a tutti.
Siamo alle prime battute, ed è già una stagione avvincente. E ora sotto con le gare in Italia e il filotto Val Gardena, Alta Badia, Madonna di Campiglio e, dopo Natale, Bormio (Casa Paris).
Ragazze a Val d’Isere a far velocità sulla Oreiller Killy. Partita apertissima. Bello, bellissimo così.

Lorenzo Fabiano

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