Lo Sci Club 70: mezzo secolo fra neve e pista di plastica

A CURA DI STEFANO BUCCAFUSCA

Dalle prime discese sulla pista di plastica alla convocazione in nazionale C, un passaggio per niente breve. Anzi straordinariamente lungo, difficile, appassionante e per questo merita di essere raccontato. A cominciare dalla protagonista: Andrea Craievich, talentuosa 21enne friulana di Sistiana, provincia di Trieste, un borgo stretto fra il mare e il confine sloveno, in quella lingua di terra intrisa di storia e di cultura. E dove tenacia e  passione hanno fatto da germoglio ad una solida realtà: lo Sci club 70 fondato a Trieste appunto nel 1970. Superato il mezzo secolo , raccoglie ora il frutto “tricolore” di un innesto: l’impianto di Aurisina, con le sue piste di plastica per lo sci alpino e  lo sci nordico. Una palestra all’aperto per le discipline invernali di cui è orgoglioso il presidente Roberto Andreassich.

Proprio su questa pista, all’età di 6 anni, la “neo azzurra” Craievich ha messo gli sci per la prima volta e dove nel corso degli anni è cresciuta e si è allenata, alternandosi poi sulle nevi di Sappada e di altre località, prima di sbocciare nel GP Italia. Ora che il sogno di gareggiare in Coppa Europa è realtà, per Andrea si apre una nuova sfida. Per lo Sci club 70 invece è la conferma che anche grazie a questo “mini-polo sciistico” si possono creare atleti di alto valore.

L’impianto costruito nel 1971  ha una superfice di 4 ettari,chiarisce il presidente Andreassich –  funziona da settembre a marzo. La pista di sci alpino è lunga 200 metri con due tipi di pendenze, quella più difficile è del 33%. Per lo  sci nordico abbiamo due percorsi, quello più difficile ha un dislivello di 60 metri”.

Quante persone frequentano le piste di Aurisina ?
Sono circa un migliaio coloro che partecipano ai corsi della scuola sci che conta 15 maestri fra sci alpino e sci nordico. La pista è utilissima per l’avviamento dei più piccoli. Ha funzionato anche durante la pandemia”.

Quali sono le iniziative per avvicinare i bambini e non solo  alla pista di plastica?
“Dopo il restyling è diventato centro tecnico di avviamento agli sport invernali. C’è poi il progetto ‘Sci…volando in Carso’ sostenuto dal Comune Duino-Aurisina che coinvolge gli alunni delle scuole elementari. Molti bambini si avvicinano allo sci in questo modo”.

Quale impegno richiede un impianto di queste dimensioni in termini di costi e organizzazione ?
Richiede risorse economiche e tanto impegno che è soprattutto frutto del volontariato nell’ambito dello sci club a cominciare dal sottoscritto. Va detto che possiamo contare sull’aiuto della Regione Friuli Venezia Giulia anche per quanto riguarda la manutenzione”.

Per lo Sci club 70 l’impianto di Aurisina non è l’unico fiore all’occhiello. Spicca l’organizzazione del Trofeo Biberon, a cui partecipano 500 mini atleti ogni anno. C’è  poi il settore agonistico:  100 atleti nello sci alpino, 35 nello sci di fondo, 8 nel biathlon. Uno staff tecnico con 12 allenatori. Come in altri sci club, anche il “70” è alle prese con un fenomeno ormai cronico dello sci italiano: sono in molti che abbandonano le gare dopo l’ultimo anno allievi.

Su questo Andreassich la pensa così: “Il fenomeno va avanti da tempo. Lo considero inevitabile. C’è come una selezione naturale, “l’effetto piramide”,  principalmente a causa degli impegni scolastici via via crescenti nel tempo oltre ovviamente ai costi della categoria giovani. Inutile nasconderlo però:  le responsabilità sono della scuola che rema contro l’attività agonistica e invece dovrebbe fare l’opposto: trovare il modo di collaborare con le società sportive. Anzi diciamolo in modo più chiaro, dovrebbe essere un vero e proprio fidanzamento”. 

 

 

Stefano Buccafusca
Capo Redattore Tg La7
 

 

 

 

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