Al Sottosegretario allo Sport
On.le Valentina Vezzali
Al Presidente del CONI
Dr. Giovanni Malagò
Al Presidente della F.I.G.C.
Dr. Gabriele Gravina
Oggetto: MOVIMENTI GIOVANILI NEL CALCIO
Alcune riflessioni sulla recente Riforma dello Sport alla quale ho lavorato; in particolare con riferimento all’attività sportiva giovanile.
Lo sport in Italia è finalmente ripartito e sta attraversando uno dei suoi momenti migliori.
Per mantenere salda e rinforzare questa posizione di prestigio raggiunta dallo sport italiano, è necessario avere un’attenta considerazione verso i giovani atleti che costituiscono il fulcro di ogni attività sportiva e l’asse portante di ogni risultato agonistico.
Negli ultimi 80 anni nella squadra del Manchester United, in tutte le partite ufficiali, era presente almeno un giocatore proveniente dal vivaio locale.
Ai Mondiali del 2014, la Nazionale tedesca che ha sconfitto il Brasile in casa 7-1, era composta da calciatori dell’età media di 22 anni (circa), che giocavano titolari nella Bundesliga.
Nel campionato italiano di calcio, le squadre dei principali Club che militano nella serie A, sono composte per circa l’80% da giocatori stranieri .
Le Società e le Federazioni (che già molto si adoperano) dovrebbero aumentare l’interesse nei confronti dei movimenti sportivi giovanili, accompagnando i giovani atleti nello sviluppo della persona e nella formazione sportiva, seguendoli fino al professionismo, garantendo loro continuità di prestazioni ed un inserimento nel mondo del lavoro a fine carriera.
In Italia esistono migliaia di ragazzi che praticano diverse discipline sportive, i quali dopo anni di sacrifici e rinunce, all’età di 15-16 anni, proprio quando potrebbero fare il salto di qualità, purtroppo spesso smettono di praticare sport oppure proseguono con risultati non corrispondenti alle loro effettive capacità.
L’impegno dovrebbe essere comune ed univoco per impartire ai giovani atleti i dovuti insegnamenti e per sviluppare quella sana cultura sportiva che fa dello sport un elemento imprescindibile della crescita psico-fisica delle nostre giovani generazioni; questo il vero spirito dello sport, così come sancito dalla Costituzione e come riconosciuto dai principi generali della recente Riforma dello Sport.
Premesso quanto sopra, senza sconfinare in facili idealismi, si potrebbero conferire ulteriori particolari riconoscimenti alle Società ed alle Federazioni che si distinguono per impegno ed attività programmate a favore dei giovani atleti.
In questo senso il D.lgs n.36 del 28.2.2021 (Riforma dello sport):
Art. 13 comma 3- Società sportive professionistiche : “l’atto costitutivo delle Società sportive professionistiche prevede altresì che una quota parte degli utili, non inferiore al 10 per cento, sia destinata a scuole giovanili di addestramento e formazione tecnico-sportiva”
Art. 30 comma 1 – “Formazione dei giovani atleti per garantire loro una crescita non solo sportiva ma anche culturale ed educativa nonché una preparazione professionale che favorisca l’accesso all’attività lavorativa anche alla fine della carriera sportiva”.
Art. 31 comma 2 – “Premio di formazione tecnica stabilito dalle Federazioni sportive in caso di primo contratto di lavoro sportivo a favore delle Società sportive presso le quali l’atleta ha svolto la propria attività ed in cui ha svolto il proprio percorso di formazione”.
Per concretizzare e rendere attuabili i principi di cui sopra, si potrebbe introdurre una specifica regolamentazione che preveda:
– aumento degli incentivi a favore delle società che lavorano sui giovani in tutte le discipline sportive, distinguendosi per i particolari risultati raggiunti.
– costituzione di un fondo pubblico destinato al settore giovanile dal quale poter attingere secondo criteri di ripartizione parametrati sui concreti risultati sportivi.
In particolare si potrebbero introdurre disposizioni che prevedano:
– la presenza nella prima squadra di almeno due giovani cresciuti a livello locale (per gli sport di squadra);
– la destinazione al settore giovanile di una parte degli investimenti effettuati con la prima squadra;
– la riduzione di almeno il 20% della quota di iscrizione a favore di giovani che dimostrino un rendimento scolastico costante e regolare;
– la costruzione di un percorso formativo e didattico che vada in parallelo con la crescita sportiva degli atleti, garantendo loro un inserimento nel mondo del lavoro a fine carriera.
Le iniziative di cui sopra potrebbero contribuire al miglioramento dello sport, cominciando proprio dai movimenti sportivi giovanili che costituiscono la base di ogni importante iniziativa sportiva e di ogni risultato agonistico di rilievo.