Auguri a Piero Gros

a cura di Lorenzo Fabiano

La sua sciata era rock, quanto il bacio di Adriano Celentano. Era il 1972, e sul circo bianco era planato un ragazzo piemontese, diciottenne scapigliato che sulla neve scatenava tutta la sua energia. L’8 dicembre di quell’anno vinse la sua prima gara di coppa del mondo, un gigante, spuntando dalle buche di Val d’Isere col pettorale 45: nemmeno dieci giorni dopo, domenica 17 dicembre, Piero Gros concesse il bis sulla 3Tre a Madonna di Campiglio imponendosi davanti a Gustavo Thoeni.

Due campioni cristallini, con due stili differenti: classico e ritmato uno, grintoso e aggressivo l’altro. Come dire una ballata di John Lennon e Paul McCartney, e un riff di Keith Richards. Non era più solo Gustavo, e sulla scia del giovane Piero ne sarebbero arrivati anche altri: Mario Cotelli avrebbe così forgiato la Valanga Azzurra, la più forte squadra che l’Italia abbia mai avuto, mito e simbolo degli anni Settanta, un dominio interrotto solo dall’arrivo di un extraterrestre quale Ingemar Stenmark. Tra il 1971 e 1975 vincemmo cinque coppe del mondo consecutive, quattro con Gustavo e una con Piero Nel 1974, il più giovane sciatore ad aver vinto una gara di coppa del mondo, a 18 anni, e la coppa generale a 19. L’uomo dei record. L’apice, il trionfo sul muro dello slalom olimpico di Axamer Lizum ai giochi di Innsbruck del 1976. Dodici vittorie in coppa del mondo quattordici secondi posti, nove terzi posti; l’ultimo acuto ai mondiali del 1978 a Garmisch, secondo in slalom e primo degli umani alle spalle di Stenmark.  Un grandissimo dello sci. Si è ritirato presto Piero Gros, a nemmeno 28 anni dopo i mondiali di Schladming del 1982. Da allora ha fatto un po’ di tutto, dal commentatore televisivo in Rai, da anni collabora con la tivù della Svizzera Italiana, alla politica in qualità di sindaco del suo paese, Sauze d’Oulx, dal 1985 al 1990, tedoforo e responsabile del villaggio olimpico alle olimpiadi di Torino del 2006. Diretto, sincero, e scomodo, Piero Gros non ha mai esitato a metterci la faccia e a dire la sua con quella stessa energia e irriverenza con cui si divorava i paletti del Circo Bianco. Uno che il pelo non lo ha mai lisciato a nessuno. La virtù di un uomo vero. Buon compleanno Piero, e un abbraccio da tutta la redazione di Sciaresicuro.

Lorenzo Fabiano

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