Quanto siamo fortunati quando possiamo praticare la nostra attività sportiva all’aperto sulle nostre montagne, lo abbiamo capito bene in questo ultimo anno; certo è che ognuno di noi ha dovuto cambiare le proprie abitudini, soprattutto nel comportamento verso il prossimo.
Lo sport è per lo più un motivo di aggregazione e di confronto fra bambini , ragazzi e adulti mentre in questi mesi siamo stati costretti, a causa della pandemia, al distanziamento e a “mascherarci” stando attenti e diffidando di tutto e di tutti per il bene comune.
Per gli sci club la programmazione nel medio e lungo periodo è stata difficile in quanto le ordinanze spesso improvvise e poco chiare, ci imponevano continuamente nuove limitazioni e cambiamenti che non sempre riguardavano tutti e così nella confusione generale c’era chi cercava di rispettare le regole e chi faceva di tutto per aggirarle; anche il calendario delle gare ha subìto continue modifiche rendendo il lavoro degli allenatori più impegnativo dal punto di vista gestionale.
A questo riguardo io sono fermamente convinto che se tutti quanti avessimo agito con maggior attenzione e responsabilità nei mesi autunnali, ora non ci troveremmo nuovamente in questa situazione, quasi la stessa di un anno fa.
Un altro problema che si è creato in seguito alla pandemia riguarda gli impianti di risalita che a fronte di minori incassi, mancando le masse di sciatori, sono stati costretti a chiedere un ulteriore pagamento agli sci club o agli atleti singoli per contribuire alle spese e poter aprire.
D’altra parte però bisogna dire che gli atleti hanno potuto sciare in tutta sicurezza essendo da soli e hanno potuto allenarsi su delle bellissime piste che solitamente erano riservate al pubblico.
Anche per il trasporto dei gruppi non è stato sempre facile in quanto le restrizioni non ci permettevano di viaggiare a pieno carico, obbligandoci a mettere un maggior numero di mezzi a disposizione e confidando nella collaborazione, quando possibile, dei genitori.
I ragazzi sono sicuramente stati penalizzati da questa anomala situazione, soprattutto i più piccoli, della categoria Pulcini che hanno potuto sciare solo poche settimane ma anche per le categorie maggiori, mancando una continuità diventa difficile tenere il ritmo.
Sicuramente tutto ciò comporterà delle conseguenze per il futuro, in tutti i settori ma per lo sci mi auguro di non contare troppi abbandoni da parte dei ragazzi.
Vorrei ancora aggiungere una cosa che mi sta particolarmente a cuore di cui si parla troppo poco, ma di cui sentiamo parlare spesso… in questi ultimi tempi, gli infortuni agli sciatori; tutti quanti noi dovremmo confrontarci di più su questo argomento , per cercare di dare un contributo importante a tutto il mondo dello sci agonistico e amatoriale.
Sci Club Gardena
Fredi Demez
(Responsabile Sci Alpino)