LA SFIDA DI LARA

a cura di Stefano Buccafusca

 

Non c’è che dire: il mondo dello sci italiano si interroga e si divide sul passaggio della 15enne Lara Colturi alla federazione albanese. Un fulmine a ciel sereno (o quasi)  dopo il comunicato della FISI di metà maggio con il quale si ufficializzava invece il nome della giovane piemontese (anno 2006) figlia d’arte della coppia Ceccarelli-Colturi nel gruppo degli “osservati” della Nazionale.

La notizia della FISI di fatto confermava un percorso agonistico ben definito per la Colturi dopo un annata a dir poco trionfale nella categoria Children: 1a in gigante e superG ai campionati italiani di categoria, 1° in gigante e 2° in slalom all’Alpe Cimbra, 1° in slalom e 3° in gigante al Pinocchio sugli sci.  Fu proprio a ridosso delle finali dell’Abetone che l’olimpionica Daniela Ceccarelli in un colloquio con noi di “Sciare Sicuro” ebbe modo di anticipare il suo pensiero sul futuro della figlia Lara nella categoria Giovani e nel circuito delle gare Fis.  Ne parlava come di un contesto cambiato rispetto agli anni della sua carriera agonistica. “Bisogna accelerare i tempi, bisogna dare subito gas” aveva detto la Ceccarelli che insieme al marito Alessandro Colturi, ex azzurro, segue non solo la preparazione agonistica di Lara ma anche del suo sci club, il Golden Team Ceccarelli.

Una visione che adesso l’olimpionica potrà direttamente mettere in pratica avendo assunto la direzione tecnica della nazionale albanese.  “Non è un tradimento della patria, ma una scelta tecnica” ha precisato successivamente al Corriere della sera la stessa Ceccarelli sulla vicenda di Lara. In sintesi: nessuna polemica con nessuno, ma un modo più facile per restare al fianco della figlia nella sfida a livello internazionale dei prossimi anni.

Il mondo dei social si è subito diviso e la stessa Lara ha cercato di placare gli animi commentato il passaggio ai colori albanesi dimostrando coraggio e maturità per i suoi 15 anni: “E’ stata fatta una scelta, magari non facile da capire. – scrive Lara Colturi –   Ognuno ha diritto ad esprimere le proprie idee, ma per favore con educazione” .

La scelta di Lara e della sua famiglia riporta alla memoria un altro caso che fece clamore. Negli anni ’70 la vicenda di Elena Matous, che dopo aver vinto nelle categorie giovanili, i campionati assoluti e la Coppa Europa  in polemica con la FISI si trasferì sotto la bandiera di San Marino e dell’Iran. Erano i tempi della Valanga Azzurra e l’inizio di quella “Rosa”. A cui mancò però l’apporto della Matous.

Tornando ai nostri giorni, per stemperare i toni della vicenda Albania , arriva lo spiraglio aperto dalla stessa Ceccarelli sul possibile ritorno di Lara in azzurro. Quando? In un futuro non lontano. Basterà a sopire il vento della polemica?

      Stefano Buccafusca
(giornalista e Capo redattore Tg La7)

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