Altri incidenti mortali in montagna. Perdono la vita due escursionisti bresciani

 

 

Chi più in alto sale, più lontano vede; chi più lontano vede, più a lungo sogna.” (Walter Bonatti).

L’aspirazione di tutti è arrivare in cima alla vetta. In un mondo che ti spinge a correre veloce, che ti obbliga a seguire i ritmi di una società frenetica in cui ognuno deve apparire perfetto, cercando di primeggiare il prossimo senza mostrare alcun segno di debolezza o imperfezione, la montagna è l’unico luogo in cui forse ci si sente liberi di essere ciò che siamo, scevri da ogni inutile sovrastruttura.
È così che molte persone, attratte da quelle maestose vette, che spiccano fiere fino al cielo, si avvicinano alle montagne con il sogno e l’obiettivo di conquistarle.

In rete e sui social, i tutorial su come avvicinarsi a tali pratiche sportive sono diventati quasi virali, tanto che la pratica dell’alpinismo, del trekking (con ciaspole o senza), dell’arrampicata e del free-ride, sta crescendo in modo esponenziale negli ultimi anni.
Va benissimo tutto ciò ma non bisogna dimenticare che la montagna sa essere tanto seducente quanto, a volte, pericolosa.

Proprio nella giornata di Domenica 28 Gennaio, hanno perso la vita due escursionisti bresciani.

Nel primo incidente mortale  è rimasto vittima Maurizio Vergolio, 54 anni, commercialista di Bagnolo Mella (BS), precipitato in Valcamonica.
Maurizio Vergolio, mentre era impegnato in un’escursione sul Monte Cimon della Bagozza (tra la valle Camonica e la bergamasca valle di Scalve), è scivolato sul ghiaccio e le rocce precipitando per quasi duecento metri.
L’allarme è stato dato immediatamente da alcuni alpinisti che si trovavano sul luogo ma, quando i soccorsi sono intervenuti, non c’era, purtroppo, più niente da fare.

Nel secondo incidente mortale è rimasto vittima Sergio Bologna, architetto bresciano, il quale si è incamminato lungo un sentiero tra il Maniva ed il passo Baremone insieme alla compagna ed al figlio di 8 anni. Sergio, munito di ramponi da neve, ha scelto di percorrere il sentiero più impervio, lasciando la propria famiglia più in basso.
Questa scelta si rivelerà fatale.
Sergio è scivolato, probabilmente a causa del ghiaccio, rotolando verso valle, fino ad atterrare in un sottostante sentiero, dove è stato casualmente ritrovato da un altro escursionista, ormai privo di vita.

I recenti episodi di cronaca e l’incremento del numero degli incidenti in montagna, suonano come un campanello di allarme ed invitano ad una maggiore prudenza.
Solamente nell’anno 2023, gli incidenti in montagna sono quasi raddoppiati.
E’ necessario riflettere sulle relative cause ed in particolare su quanti incidenti si potrebbero evitare attraverso un approccio alla montagna più attento e responsabile, utilizzando le giuste attrezzature, rispettando le regole, seguendo itinerari rapportati alle proprie capacità, frequentando corsi e scuole specializzate, affidandosi ad esperti che mettono a disposizione la loro esperienza per trascorrere una giornata serena in montagna.

La Redazione

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