Intervento di primo soccorso

A CURA DEL DR. SIMONE DI GIORGI

La prima azione da fare è quella di valutare la scena dell’evento per capire se questa sia sicura oppure possa mettere a rischio anche l’incolumità del soccorritore oltre a quella dell’infortunato (posizione di intralcio e pericolo per l’attesa del medico, rischio valanghe, frane, ghiaccio, fulmini, vento). E’ importante non mettere a repentaglio la propria incolumità, mantenere la calma senza farsi prendere dal panico e non eseguire interventi superiori alle proprie capacità.
Nessuna iniziativa deve essere assunta  senza aver prima valutato la situazione e soprattutto senza avere specifiche competenze.
La priorità sarà quindi sempre la sicurezza per se stessi, per le persone presenti  e per l’infortunato.
Occorre controllare ed essere certi che non vi siano pericoli, se è possibile, a seconda delle proprie capacità e competenze,  eliminare le fonti di potenziale pericolo per gli altri sciatori, per sé stessi e per la persona infortunata o con malore; se l’ambiente non è sicuro e non si hanno le capacità, si attende l’arrivo dei soccorsi.
La pista è un ambiente definito “altamente evolutivo” in quanto è sempre in essere un potenziale repentino cambiamento delle condizioni, e quindi bisogna essere molto prudenti.
Prima di muoversi bisogna controllare la visibilità del luogo dell’evento onde evitare di essere travolti da altri sciatori che sopraggiungono.
Di solito si posizionano gli sci a croce a monte dell’infortunato per segnalare l’incidente; ma questo può non bastare e pertanto può esser utile  che qualcuno si posizioni più  a monte per fare segnalazioni. E’ necessario controllare quanto sia ripido il pendio e la compattezza della neve in modo da evitare che lo sciatore soccorso e il soccorritore  scivolino improvvisamente verso il basso. E’ assolutamente necessario verificare di non essere sotto pendii esposti (rischio valanga), o in prossimità di elementi naturali quali dossi e scarpate che potrebbero generare situazioni pericolose.
Occorre poi cercare di  valutare la gravità dell’infortunio.
Per determinare un precoce riconoscimento dei segni che possano far comprendere che si tratti di un emergenza il sanitario, forte del suo bagaglio di competenze analizza la situazione valutando qualitativamente e quantitativamente tutta una serie di parametri. Al cittadino, nel nostro caso lo sciatore, o anche  un addetto al primo soccorso, questo non può essere richiesto, tuttavia in letteratura vi sono tutta una serie di elementi detti “i segni indiretti di allarme” che normalmente vengono insegnati  nei corsi di prima emergenza per aiutare a riconoscere situazioni potenzialmente pericolose per la vita.

Si ricordano i più importanti:
-nel trauma tutte le cadute con dinamica rilevante (ovvero che non possono essere ritenute prive di una potenzialità lesiva) con o senza lesioni evidenti e segni di parametri compromessi; traumi cranici, traumi facciali con le connesse potenziali lesioni cervicali e lombari, traumi toracici, addominali (anche considerando l’azione del bastoncino), trauma del bacino, e i traumi delle ossa lunghe.
Ovviamente nel trauma, a parte la dinamica e le lesioni, contano i segni che possano far pensare ad una compromissione dei parimenti fondamentali ovvero una presunzione di assenza o alterazione della coscienza (la pienezza della capacità di rispondere e di essere presente dell’individuo) con connessa la capacità di gestione dell’ingresso dell’aria nelle vie aeree superiori, del respiro (affaticamento degli atti respiratori o una dichiarazione di “mancanza di fiato”), e degli aspetti relativi alla circolazione.

– nel malore  si deve prestare attenzione e controllare come prima cosa la presenza o meno di risposta del soggetto (se è vigile) e la presenza o meno dei movimenti respiratori, non meno importanti sono poi segnali di soffocamento con stridore al respiro e colorito bluastro della faccia; occorre poi verificare il grado di vigilanza (se il soggetto risponde); l’alterazione del livello di coscienza (ovvero la capacità del soggetto di sapere sempre come si chiama, dov’è, la data del giorno, ricordare bene cosa gli è accaduto (assenza di amnesie); i problemi respiratori (quali senso di fame d’aria o presenza di affanno), l’aspetto esteriore (una cute pallida e sudata fredda per quanto riguarda il circolo); tutti i dolori forti, ma in particolare quelli al centro del torace (si considera particolarmente pericoloso un dolore toracico forte e costante che non varia con i movimenti e gli atti respiratori, descritto come un peso, un bruciore, trafittivo o costrittivo, con le sue tipiche irradiazioni, al collo alle braccia, interscapolare, alla bocca dello stomaco; elemento di riconoscimento di questo dolore è la costanza e l’intensità); infine dovrebbe essere esclusa un’eventuale comparsa di inabilità (difficoltà di parola, un braccio una gamba che improvvisamente il soggetto non muove al meglio).
Appena possibile, dopo aver compiuto una prima valutazione del o degli infortunati, è necessario effettuare una chiamata di emergenza (in Italia, chiamando il 118 oppure il numero unico dell’emergenza 112); se non siamo noi a farlo direttamente, individuare una persona che lo faccia e che ci dia conferma dell’avvenuta chiamata e dell’imminente arrivo dei soccorsi. Le operazioni che chiunque è obbligato a svolgere in questi casi sono esclusivamente: avvisare le autorità spiegando in dettaglio dove ci si trova ed attendere l’arrivo dei soccorsi .Oltre a ciò, se si hanno le conoscenze necessarie, si potranno mettere in atto semplici manovre di primo soccorso, aventi lo scopo di prevenire il peggioramento di ferite o malesseri, ed in alcuni casi risolvere  situazioni che mettono in pericolo la vita dell’infortunato.
Limitarsi ad eseguire solo lo stretto indispensabile e ciò di cui siamo realmente capaci; spesso con l’ansia di voler fare qualcosa ad ogni costo, si rischia di peggiorare la situazione anziché essere di aiuto.
Altra azione fondamentale è quella di allontanare le persone curiose o che posso essere di intralcio; cercare di capire la dinamica dell’incidente, rassicurare l’infortunato se è cosciente (soccorso psicologico), evitare commenti sul suo stato anche se pare incosciente.

 

            Dr. Simone Di Giorgi
(Resp.le Soccorso piste Olimpiadi 2006)

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