Una parte della popolazione sciistica è rappresentata dai bambini.
Tale componente appare in aumento quantitativamente e presenta una progressiva precocità dell’età di inizio, infatti non è infrequente vedere giovani sciatori che si cimentano sulle piste già dai 3 – 4 anni, anche impegnati nelle prime gare.
Le priorità del soccorso non sono differenti da quelle dell’adulto, ma è importante per chiunque conoscere e saper interpretare alcune ovvie differenze.
Nell’età pediatrica è assolutamente necessario in fase di approccio tenere presente, che il soggetto, possa non essere in grado di esprimere cosa gli è capitato e quali dolori senta. Occorre quindi essere molto attenti ad aspetti potenzialmente preoccupanti di dinamica, considerata anche la generale fragilità delle parti corporee del bambino; infatti anche una scivolata contro un palo di gara può essere considerato critica per un bambino.
Il piccolo sciatore, andrà quindi tranquillizzato, tenendo conto della sua paura soprattutto in assenza dei suoi genitori; il pianto è tutto sommato rassicurante perché indica una buona reattività anche se comporta qualche difficoltà nel capire quali problemi possano essere insorti.
Ciò premesso è bene tenere presente le differenze di base esistenti nella presentazione dei segni vitali classici: quindi correlare il livello di coscienza con le capacità del soggetto di pari età di esprimersi, ricordare che il respiro sarà accelerato quanto più il soggetto sarà piccolo.
In caso si debbano iniziare manovre rianimatorie è necessario conoscere tecniche specifiche. In qualunque spostamento necessario, in caso di trauma e non, tenere sempre conto della fragilità delle strutture e che una tipica frattura a carico degli arti dei più giovani è quella a legno verde, la quale alla visione esterna non presenta deformità.
Va poi ricordato che il bambino è particolarmente esposto al rischio di ipotermia, visto uno sconveniente rapporto superficie/massa corporea, quindi è necessario avere cura di coprirlo il prima possibile.
A conclusione di queste brevi osservazioni sul soccorso dei più piccoli sarebbe opportuno introdurre una normativa che preveda per tutti gli operatori professionali (in particolare i maestri di sci) la frequenza obbligatoria di corsi inerenti alla rianimazione cardiopolmonare di base pediatrica, e per gli impiegati nel soccorso pista la frequenza obbligatoria di training specifici nonché l’obbligo di dotazione di presidi adatti all’età pediatrica (ad es mascherine per l’ossigeno di giusta misura, piastre pediatriche per il DAE, tavola spinale corta).
Dr. Simone Di Giorgi
(Resp.le Soccorso piste Olimpiadi 2006)