La minor disponibilità di ossigeno, l’ambiente molto secco, il freddo e il vento, possono condurre soggetti con problematiche di salute tutto sommato modeste e controllabili con terapie anche solo “al bisogno” a casa propria a repentini peggioramenti con parziale o completa alterazione dei parametri respiratori e cardiaci in risposta allo sforzo e alle condizioni climatiche avverse che si possono incontrare sulle piste .
E’ conoscenza di tutti che l’ambiente montano può favorire rialzi pressori ed è assolutamente saggio consigliare a chi soffre di disturbi pressori ed è già in terapia, o che ha familiarità per tale tipo di problematica, e a tutte le persone anziane, di essere prudenti a tal riguardo. Occorre anche precisare che il divieto proposto da alcuni medici a persone in trattamento pressorio di non recarsi in quota sembra decisamente eccessivo, anche perché altrimenti tutti i valligiani ipertesi dovrebbero lasciare la montagna.
La prudenza riguarda il concordare precauzionalmente con il proprio medico una terapia al bisogno qualora dopo l’apprezzamento di qualche sintomo si appurasse un rialzo pressorio.
In generale è opportuno tener presente i seguenti basilari consigli: salire dal livello del mare con una certa lentezza, acclimatarsi prima di fare sforzi e andare a sciare addirittura il secondo giorno arrivando se è possibile nel luogo montano la mattina, evitare di scegliere immediatamente le piste più in alta quota provando le proprie risposte fisiologiche su piste facili più a valle.