In previsione di una giornata sulla neve, lo sciatore, coadiuvato dal proprio medico di fiducia, dovrebbe essere sicuro di aver acquisito una piena conoscenza del proprio stato di salute: sia con riferimento alle patologie accertate sia con riferimento agli aspetti problematici “latenti” dovuti ad una conosciuta familiarità per determinati disturbi; per molte malattie ma soprattutto per quelle cardiovascolari e respiratorie è da tenere conto che le condizioni della montagna possono favorire un peggioramento inatteso.
La minor disponibilità di ossigeno, l’ambiente molto secco, il freddo e il vento, possono condurre soggetti con problematiche di salute tutto sommato modeste e controllabili con terapie anche solo “al bisogno” a casa propria a repentini peggioramenti con parziale o completa alterazione dei parametri respiratori e cardiaci in risposta allo sforzo e alle condizioni climatiche avverse che si possono incontrare sulle piste.
A parte questi casi peculiari va poi tenuto presente che la quota di per sè – sebbene non elevatissima per le montagne nostrane – necessita di una fase di acclimatamento: così ad es. prendendo come parametro la frequenza respiratoria, correre a 2000 mt., non è come correre in riva alla spiaggia e farlo appena arrivati è molto peggio che farlo il secondo giorno.
Fondamentale è dunque la preparazione, e l’acclimatamento, e comunque la gradualità dell’approccio all’attività sciistica, ed infine anche l’attenzione al meteo ha il suo peso, poiché persino un abbigliamento sbagliato può avere conseguenze in termini di peggioramento delle condizioni fisiche (così ad esempio abbigliamento ritenuto troppo leggero in relazioni alle condizioni meteo della giornata, può comportare un lavoro cardiaco in eccesso dovuto alla necessità di mantenere la propria temperatura corporea).