Si è fatto attendere, ma è arrivato anche il giorno dell’Italia al Mondiale di Cortina.
E che giorno.
Ce lo ha regalato Marta Bassino che con l’austriaca Katharina Liensberger ha condiviso la gioia della vittoria in un parallelo scoppiettante e polemico.
Un match race della neve interminabile, se pensiamo che è iniziato alle 9 del mattino con le qualifiche sulla pista Lacedelli alle Cinque Torri, per concludersi a Rumerlo verso metà pomeriggio.
Una gara assai sofferta per la ventiquattrenne piemontese, che alle qualificazioni aveva staccato il biglietto per il tabellone finale con l’ultimo tempo per un solo centesimo.
Un diesel Marta Bassino, grazia e animo d’acciaio, che con la sua sciata leggera e sempre in costante progressione ha saputo scalare la sua montagna verso l’oro pezzo per pezzo, metro su metro.
Ai quarti di finale se l’è vista nel derby azzurro con Federica Brignone; indietro nella prima manche, ha recuperato nella seconda potendo sfruttare il tracciato rosso, il più filante e scorrevole. Cosa che ha fatto esplodere di rabbia Federica Brignone.
D’altronde le polemiche sono la quintessenza dei paralleli: nel 1975 a Ortisei, quando Gustavo Thoeni ebbe la meglio su Ingemar Senmark nel duello finale per la coppa del mondo, ne successero di tutti i colori.
Altra rimonta nella semifinale con la francese Tessa Worley, fuoriclasse delle porte larghe alla quale l’azzurra ha recuperato 48 centesimi nella seconda manche.
In finale, Marta se l’è vista con l’austriaca Liensberger, astro degli slalom con tre podi in questa stagione di coppa del mondo, fino a quel momento la più convincente in pista. Nettamente staccata nella prima manche, la piemontese ha avuto la forza di recuperare 50 centesimi di svantaggio nella seconda, sempre sul pendio rosso, e acciuffare l’avversaria per un oro ex aequo che spezza i mugugni e regala all’Italia il primo sorriso al mondiale in casa.
«È stata un grande battaglia, e ho combattuto fino alla fine. Indubbiamente ho avuto anche un po’ di fortuna, lo riconosco. Ma alle volte viene e alle volte va. E io sono contenta di averne avuta. Avevo iniziato a sentire un po’ il peso del fatto che non erano arrivate medaglie e ora me lo sono tolto» ha raccontato la ventiquattrenne cuneese di Borgo San Dalmazzo.
Finisce che nella notte di Cortina sorridono anche le Tofane, solitamente austere e un po’ sulla loro.
Ma l’Italia s’è desta, ragazzi: e allora non vi è nulla che tenga.
Lorenzo Fabiano