Nel comune approccio moderno del singolo sciatore, ma anche purtroppo di molti operatori professionali delle piste, è comune riscontrare una certa riluttanza a considerare i rischi che la pratica di questo meraviglioso sport comporta.
E’ invece opportuno immaginare quali possano essere le conseguenze cui si va incontro quando questo rischio si “manifesta” e come un momento ludico-sportivo possa avere effetti, anche gravi, per la salute.
Basterebbe passare per i centri traumatologici locali o nei reparti di pronto soccorso degli ospedali vicini alle stazioni sciistiche per appurare quanto una giornata sulle piste, affollate o non, possa produrre in termini di infortuni o di malori.
Invero i dati dei servizi di soccorso piste testimoniano che i malori e gli incidenti (con le invalidità conseguenti) rappresentano un “problema di salute pubblica” straordinariamente rilevante; si pensi ad esempio alle ore di volo degli elicotteri del sistema 118 italiano per comprendere che la difesa della salute dello sciatore ha costi imponenti, in primis per il gestore delle piste che deve organizzare il soccorso in sito, ma anche per il Sistema Sanitario.
In tale contesto, prendendo in considerazione gli ultimi 15 anni, è immediatamente percepibile che i gestori degli impianti, in risposta all’incidenza degli eventi traumatici, che sono quelli preponderanti, hanno fatto importanti investimenti, accollandosi l’onere di adeguare la gestione della pista in termini di prevenzione; si pensi in particolare alla manutenzione delle piste che richiede un’accurata attività di preparazione nonché, dal punto di vista strettamente medico, all’installazione dei defibrillatori semiautomatici (DAE) sulle piste che, al pari di una miglior organizzazione dei servizi, consente una maggiore efficacia dei sistemi di soccorso in risposta ai malori.
Tuttavia è necessario segnalare che questi importanti “interventi di adeguamento” non sono omogenei tra le varie stazioni sciistiche (piccole e grandi), evidenziandosi vistose differenze tra diversi territori e regioni.
Va poi rappresentato che nessuno sforzo sul piano organizzativo ottiene l’effetto desiderato se non si accompagna ad un’adeguata informazione da parte dell’utenza.
Orbene l’intento di queste brevi osservazioni è quello di proporre uno spunto di riflessione affinché lo sciatore acquisisca una piena consapevolezza del rischio che l’attività sciistica può comportare se non si osservano le regole, nonché di dare qualche indicazione di massima per prestare soccorso nel caso in cui si assista ad un infortunio o ad un malore sulle piste da sci.
Sul piano della conoscenza del rischio va subito chiarito che al tradizionale monito di costante prudenza dell’antica cultura montanara si deve aggiungere una corretta informazione circa il tipo di soccorso organizzato nella stazione sciistica che ci si propone di frequentare, viste anche le notevoli differenze da stazione a stazione.
Importante poi anche la conoscenza del tipo di copertura assicurativa offerta con l’acquisto dello skipass, con particolare riguardo alle specifiche modalità per poterne usufruire (molti sciatori non sanno che, in virtù di specifiche clausole della polizza, per poter usufruire dell’assicurazione devono attivare il soccorso immediatamente, attendendo l’intervento degli operatori sul luogo dell’infortunio).
Dr. Simone Di Giorgi
(Resp.le Soccorso Piste Olimpiadi 2006)