Si evidenzia che lo studio della fenomenologia dell’infortunistica, trova nella letteratura scientifica diversi lavori sulle dinamiche responsabili delle singole lesioni e una discreta quantità di dati epidemiologici sull’incidenza degli infortuni dagli anni 70 in avanti; tuttavia è difficile individuare analisi organiche su cause strutturali correggibili, per poter spiegare come mai nonostante lo sforzo dei gestori in termini di adeguamento delle piste ai principi di sicurezza e nonostante il notevole miglioramento delle attrezzature tecniche, non si sia riusciti ad ottenere una drastica riduzione degli infortuni.
E’ necessario quindi basarsi sull’esperienza empirica per stabilire quelle che ancora possono essere considerate le cause più frequenti degli infortuni sulle piste da sci:
– La crescente età media degli sciatori (un tempo era raro veder sciare ultra ottantenni), dato che sembrerebbe avere una correlazione non solo con gli infortuni ma anche con l’aumento dei malori cardiovascolari sulle piste da sci;
-La differente composizione della popolazione sciistica che vede ormai durante le settimane, una preponderante presenza di stranieri, provenienti da posti in cui la dimestichezza e l’esperienza relativamente all’ambiente freddo, montano e con la neve è del tutto assente. Per questo tipo di utenza la frequentazione delle piste è estremamente rarefatta, e a volte unica, e la percezione dei rischi di questa popolazione e’ scarsissima, tanto da creare i presupposti per numerosi incidenti, anche molto gravi;
– La diversa tipologia dell’impiantistica: a differenza del vecchio skilift, le moderne seggiovie e funivie portano in quota un buon numero di sciatori che non avendo dovuto affrontare la risalita sci ai piedi possono non essersi resi conto di non possedere la capacità tecnica per affrontare la discesa;
– L’aumento del numero dei praticanti lo sport della “tavola”, che ha determinato una maggiore incidenza delle fratture ossee della regione sacrale, delle mani, dei polsi e della spalla; nonché la comparsa degli snowpark, con rampe e trampolini per evoluzioni di ogni tipo, che espongono l’utente all’incidente;
– Aspetti culturali: un tempo nella cultura montanara concetti come il rispetto della montagna, la capacità di valutarne i pericoli in un senso generalizzato di timore, erano comunemente predicati da anziani ed esperti. Oggi contemplazione, rispetto e studio dell’ambiente, hanno spesso lasciato spazio alla frenesia dell’aspetto squisitamente tecnico e il gusto dell’estremo e della velocità hanno soppiantato la prudenza.
– Aspetti socio-economici: ristrettezze economiche portano una buona parte degli sciatori a scegliere la gita in giornata (cd sciatori della domenica) con conseguente venir meno dei vantaggi dell’adattamento e acclimatamento in quota;
– Materiali tecnici: L’evoluzione dei materiali ha portato gli sciatori a raggiungere velocità una volta impensabili con conseguente maggiore probabilità di infortuni traumatici poiché, purtroppo, alla velocità non sempre si accompagna adeguata capacità tecnica; da notare, sempre con riferimento all’evoluzione dei materiali, che se in passato con l’introduzione dello scarpone rigido si è avuta una notevole riduzione delle fratture più frequenti, ovvero quella di tibia o bi-ossea di tibia e perone, ora con la comparsa del carving si è registrato un aumento delle probabilità di traumatologia al ginocchio;
L’ultimo aspetto è quello relativo all’assunzione dell’alcol sulle piste. Storicamente si rileva una certa benevolenza dell’ambiente montano all’uso di alcol fin dalle prime ore della mattina, culturalmente ammesso per “facilitare” gli incontri e stringere amicizie nonchè considerato, erroneamente, favorevole in difesa del freddo.
Invero l’alcol è si energetico e immediatamente percepito come generatore di caldo, ma resta assolutamente controindicato in quanto a causa della vasodilatazione periferica che determina va a peggiorare la situazione. Anche in questo ambito dunque, un’efficace campagna di informazione volta a disincentivare l’assunzione di alcolici, potrebbe essere molto utile per ridurre ulteriormente le casistiche di infortuni e malori sciistici.